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8 MARZO. FESTA INTERNAZIONALE DELLA DONNA LAVORATRICE

  • Immagine del redattore: Resistenza Popolare
    Resistenza Popolare
  • 8 mar
  • Tempo di lettura: 3 min

Aggiornamento: 9 mar

Oggigiorno c'è il tentativo da parte del sistema capitalista di "appiattire" la questione del genere femminile alle esigenze ideologiche borghesi e capitaliste dicendo, tutto sommato, che esiste la "festa della donna" e che, di conseguenza, tutte le donne sono uguali tra loro indipendentemente dalla loro condizione sociale.


L'attacco viene sia dalla destra reazionaria che oggi governa con la retorica della "donna madre e cristiana" come si definisce la premier Meloni, che arriva a mettere in discussione conquiste storiche come il diritto all'aborto, tentando di svuotare sempre più la legge 194 con l'inserimento delle associazioni anti-abortiste nei consultori.

E dall'altro lato dalla sinistra liberale dove, dopo aver alimentato in certi momenti una guerra tra i sessi, anziché tra le classi, è diventato ormai egemone il pensiero transfemminista (in un fronte molto ampio che va dal quotidiano Repubblica alle manifestazioni del movimento "Non Una Di Meno"), che arriva addirittura a negare il concetto stesso di donna, promuovendo la 'self-id", e sostenendo la mercificazione dei corpi, spacciata per emancipazione in pratiche quali l'utero in affitto e la prostituzione.


Chi casca in questo doppio inganno delle destre reazionarie e delle sinistre liberali non potrà mai riconoscere il legame intrinseco che unisce la lotta per l’emancipazione della donna alla lotta anticapitalista.

La condizione di subordinazione sociale sofferta dalla donna non è una condizione determinata biologicamente, ma riflette una condizione storica, legata al contesto sociale dove si sviluppa: questa dunque è transitoria, mutabile e il processo che porta al superamento di tale condizione implica necessariamente la lotta congiunta degli uomini e delle donne contro il sistema capitalista.

Una lotta cominciata in Russia, a San Pietroburgo, l'8 marzo 1917, quando le donne manifestarono per chiedere la fine della guerra: in seguito, per ricordare questo evento, durante la Seconda conferenza internazionale delle donne comuniste che si svolse a Mosca nel 1921, sotto la guida di Lenin, fu stabilito che l'8 marzo fosse la GIORNATA INTERNAZIONALE DELL'OPERAIA, dunque della DONNA LAVORATRICE E NON DELLA DONNA IN GENERALE!

In Italia la prima giornata della donna lavoratrice si è svolta nel 1922, ma il 12 marzo e non l'8.


Già dopo il secondo dopoguerra, il carattere rivoluzionario che contraddistingue l’istituzione della Giornata Internazionale della Donna viene modificato nel mondo occidentale con l’introduzione di un falso storico: la morte delle operaie nel rogo della fabbrica Cotton del 1908, con lo scopo evidente di fornire alla data una connotazione puramente commemorativa e nascondere la funzione storica femminile di promotrice di lotte per l'abbattimento dell'ordine capitalista e borghese.


In questa giornata importante, RESISTENZA POPOLARE invita le Comuniste all'organizzazione che allontana la donna lavoratrice dal giogo della duplice oppressione padronale e patriarcale sofferta in seno al sistema capitalistico e che indirizza la lotta per l’emancipazione della donna verso la liberazione dei due sessi dall’antagonismo reciproco, unendoli nella lotta di classe.

Dobbiamo riprenderci la parola e la lotta per il riscatto sociale dei lavoratori, contro lo sfruttamento e il ricatto padronale, per la piena parità salariale e la liberazione dalle catene del lavoro improduttivo domestico, per la piena occupazione e la riduzione della giornata lavorativa in favore del tempo libero, per la salubrità e la sicurezza sui luoghi di lavoro, per l’applicazione del diritto all’aborto, per l’incremento delle politiche di sostegno alla maternità a all’infanzia, per l’abolizione della prostituzione e della violenza di genere, qualunque essa sia.


LOTTIAMO PER L'UNITA' DI CLASSE DI LAVORATRICI E LAVORATORI!

LOTTIAMO PER IL PANE E LE ROSE!

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