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BEKO, CHIUSURE ANNUNCIATE IN WHIRLPOOL: L'ECONOMIA DELLE MULTINAZIONALI DISTRUGGE L'OCCUPAZIONE

  • Immagine del redattore: Resistenza Popolare
    Resistenza Popolare
  • 25 nov 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

L'acquisizione delle attività europee di Whirlpool da parte di Beko Europe – controllata dalla multinazionale turca Arçelik – conferma ancora una volta la logica predatoria del capitalismo odierno. Oggi, con tre stabilimenti italiani a rischio chiusura, sono oltre 1.000 i posti di lavoro in bilico, esclusi gli interinali, e migliaia di famiglie vivono nell’incertezza.


La motivazione ufficiale? Settori "in rosso sistematico", sovrapproduzione e concorrenza dei produttori asiatici. Ma la verità è che, come sempre, i padroni cercano di "ottimizzare" i profitti a discapito delle lavoratrici e dei lavoratori. Il caso Whirlpool era già un disastro annunciato: sin dal 2022, la multinazionale statunitense aveva avviato la sua "revisione strategica", preludio alla vendita. Oggi vediamo il risultato: problemi sui costi, chiusura di stabilimenti, licenziamenti di massa, e il governo – tanto il precedente quanto l'attuale – immobile.


Arçelik non ha perso tempo: già a luglio 2024, a pochi mesi dall'acquisizione, aveva annunciato la chiusura di siti in Polonia e Gran Bretagna e la riduzione di 2.000 posti di lavoro. Ora è il turno dell’Italia, con Cassinetta, Siena e Comunanza nel mirino. La retorica delle "perdite di cassa" e della "competitività" serve solo a mascherare un piano di disimpegno e mentre le multinazionali fanno i loro giochi, le istituzioni italiane restano a guardare, risultando complici silenti.


Questo sistema, basato sul profitto e sulla competizione, non ha alcun interesse nel tutelare i lavoratori o il tessuto industriale. Le multinazionali delocalizzano, chiudono e tagliano posti di lavoro per garantire i dividendi degli azionisti, mentre migliaia di famiglie vengono scaraventate nella povertà.


È necessario organizzare una lotta, unendo lavoratrici e lavoratoricontro le politiche che devastano il nostro paese.


Non staremo a guardare. I lavoratori meritano rispetto e dignità: organizziamoci per riprenderci ciò che ci spetta!


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