IL SOCIALISMO NON È UGUAGLIANZA NELLA MISERIA

Nel 1978 la popolazione cinese spendeva mediamente il 63,9% del proprio reddito solo per acquistare cibo e vestiti, mentre tale percentuale è crollata fino al 29,8% nel 2023.

Si trovavano frigoriferi in solo lo 0,2% delle famiglie cinesi nel 1981, ma la percentuale in via di esame è esplosa fino al 103,4% nel 2023.

Televisori a colori? Li possedeva solo lo 0,6% delle famiglie nel 1981, contro invece il 107,8% nel 2023.

Lavatrici? Erano utilizzate solamente dal 6,3% dei nuclei familiari cinesi nel corso del 1981, rispetto ai 98,2% del 2023.

L'area abitabile procapite è pari, nel 2023, a 38,6 metri quadri nelle città cinesi, ben 4,8 volte più che nel 1978; nelle campagne la superficie abitabile procapite invece raggiunge la considerevole quota di 48,6 metri quadri.

L'aspettativa di vita dei cinesi nel 1949 era di 43,6 anni. Oggi è di 78,6 anni, superando la media raggiunta dagli Stati Uniti.

Nel 2023 il 99,8% delle comunità urbane cinesi ha accesso alle autostrade, contro la piccola manciata di grandi città degli anni Settanta, mentre il 99,9% delle comunità rurali riceve ormai i segnali televisivi e il 96,1% di esse possiede stazioni di servizio medico, percentuali che sono da paragonare ai quasi zero del 1978 negli stessi settori.

Tutto questo per ribadire che la costruzione del socialismo non implica l’uguaglianza della miseria, ma un percorso che, seppur carico di contraddizioni, riesce a migliorare enormemente le condizioni di vita delle classi popolari. Qualunque tipo di socialismo migliora le condizioni popolari meglio e più in fretta di qualsiasi regime capitalista.