IN ITALIA E' CACCIA A CHI DISSENTE

Dopo le liste di proscrizione pubblicate dal Corriere della Sera con tutti i volti dei presunti filo-putiniani, in Italia torna una sorta di caccia alle streghe verso i suddetti.

Il motivo di questo ritorno è la comparsa di alcuni manifesti in giro per tutto lo stivale che raffigurano due mani che si stringono, una con i colori della bandiera russa e l'altra con i colori della bandiera italiana con sotto la scritta “La Russia non è un nemico”. Sotto l’illustrazione, un’altra scritta: «Basta soldi per le armi in Ucraina e Israele. Vogliamo la pace e ripudiamo la guerra (articolo 11 della Costituzione)». La notizia ha subito fatto il giro del mondo, finendo su canali internazionali come la CNN e spingendo due senatori di Italia Viva, Ivan Scalfarotto ed Enrico Borghi (quest’ultimo anche membro del COPASIR), a presentare un’interrogazione parlamentare sulla questione con dubbie preoccupazioni riguardanti il fatto che potesse essere arrivato un «sostegno economico da parte di soggetti o enti esteri» ed è stata riaperta la caccia ai presunti finanziamenti di Putin. I promotori hanno subito sottolineato che i fondi per l’iniziativa sono arrivati da una raccolta pubblica, mentre l’affissione è stata «pubblicizzata da varie associazioni apartitiche pacifiste». Anche l'ambasciata Ucraina a Roma ha chiesto subito al Comune di Roma di «riesaminare la concessione dei permessi per tali manifesti, che hanno il chiaro scopo di riabilitare l’immagine dello Stato aggressore»

Lo scopo dei manifesti è quello di chiedere lo stop al coinvolgimento italiano nelle guerre in corso, tutto ciò però si è tramutato in breve tempo in una nuova caccia alle streghe contro i presunti filo-putiniani, colpevoli solamente di aver richiesto l'attuazione dell'articolo 11 della nostra Costituzione, la quale viene ogni giorno calpestata dai nostri governanti e sempre più spesso per soddisfare il volere dei loro padroni, USA, NATO e UE.