LA PRIVACY LA PUÒ VIOLARE SOLO LA CIA

Sta creando grande scalpore mediatico il caso delle informazioni trafugate dalla banca dati della direzione nazionale Antimafia. La questione ci interessa molto relativamente, perché siamo consapevoli di vivere in un regime illiberale che, lungi dall’essere uno “Stato di diritto” e un modello di diritti civili, già ai tempi della Prima Repubblica attraverso organismi come Gladio e con la complicità degli organi della Repubblica democristiana procedeva a costruire interi schedari in cui classificare dati e informative sui comunisti, i socialisti, i pacifisti, gli operai più “turbolenti”, ecc.

Rileviamo per l’ennesima volta la doppia morale del regime: nessuno si è scandalizzato quando i servizi segreti hanno pubblicato liste di proscrizione sui cosiddetti “amici della Russia”, o sui “rossobruni”, o su coloro che, a dire dei “factcheckers” amici di Mentana, fanno disinformazione.

Nessuno si è scandalizzato una decina d’anni fa quando scoppiò la denuncia di Edward Snowden, eroe dei tempi moderni su cui oggi è calato il velo del silenzio. Snowden svelò che sistematicamente, ogni giorno, le “istituzioni di sicurezza” statunitensi sfruttassero il proprio primato tecnologico per monitorare miliardi di persone (compresi capi di Stato), controllandone mail, messaggi, telefonate, traffico dati, ecc.

Siamo consapevoli che questo regime sappia tutto di noi e di ogni altro oppositore politico: viviamo in un totalitarismo orwelliano spacciato per democrazia, e le cose vanno bene così a tutti i politicanti venduti, salvo quando scoprono di essere messi loro stessi sotto osservazione da magistrati o altri sbirri più o meno indipendenti.

Solo la CIA ha il diritto di controllarli. Su questo rimane il loro omertoso e vergognoso silenzio.