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LE AMMISSIONI DI ZUCKERBERG: LA CENSURA AL SERVIZIO DELLE ÉLITE CAPITALISTE

  • Immagine del redattore: Resistenza Popolare
    Resistenza Popolare
  • 30 ago 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Le recenti rivelazioni di Mark Zuckerberg gettano una luce sinistra sul funzionamento del sistema mediatico e della rete di controllo che governa l'informazione negli Stati Uniti. In una lettera ufficiale, il fondatore di Facebook ha ammesso che l'amministrazione Biden-Harris ha esercitato pressioni per censurare contenuti durante la pandemia, e che lui stesso ha ceduto a queste richieste, violando il diritto costituzionale dei cittadini statunitensi a un’informazione libera e trasparente.

Zuckerberg ha inoltre confessato di aver bloccato la diffusione della notizia riguardante il laptop di Hunter Biden, il figlio dell’attuale presidente, in piena campagna elettorale del 2020. All’epoca, si affidarono ai "fact checker" di Meta, che avallarono la narrazione dell'FBI secondo cui si trattava di disinformazione russa. Oggi sappiamo che era tutto vero, ma la verità è emersa solo molto tempo dopo, quando ormai i danni erano fatti.

Questa vicenda dimostra chiaramente come il sistema capitalista americano, che pretende di esportare la sua "democrazia" in tutto il mondo, non sia altro che un gigantesco meccanismo di controllo, dove la verità è piegata agli interessi delle élite dominanti. Zuckerberg si è limitato a chiedere scusa e a promettere che cambierà le regole sui fact checkers, ma il problema è molto più profondo. Il vero scandalo è che la censura non è un incidente di percorso, ma un elemento strutturale di un sistema che si regge sulla manipolazione dell'informazione.

Come comunisti, denunciamo questo modello autoritario e antidemocratico che rappresenta una minaccia non solo per il popolo americano, ma per tutti i popoli del mondo. È necessario costruire un sistema mediatico realmente libero e indipendente, che non sia asservito agli interessi delle multinazionali e dei governi imperialisti. Solo attraverso la lotta per la verità e per la giustizia sociale potremo spezzare le catene della censura e restituire ai lavoratori il controllo sulle proprie vite e sulle proprie coscienze.



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