NAVALNY CUI PRODEST?
- Resistenza Popolare
- 21 feb 2024
- Tempo di lettura: 2 min

Cui prodest è una locuzione latina utilizzata, dai grandi oratori romani, nei discorsi come domanda retorica, tradotto significa “a chi giova?”, ovvero chi ne trae beneficio?
È, forse, questa la domanda che dovrebbero porsi politici, commentatori e giornalisti che in questi giorni stanno commentando la morte di Aleksej Navalny.
Tutti concordi nell’accusare Putin di aver commesso un omicidio politico di un oppositore che, ricordiamolo, era in carcere non in quanto oppositore di Putin ma per vari reati tra cui “appropriazione indebita” e successivamente per aver violato la libertà condizionale.
La morte di Navalny giova a Putin? Navalny era realmente l’oppositore principale di Putin? Proviamo ad esaminare qualche dato.

Il “titolo” di oppositore” di Putin gli viene attribuito dal mainstream internazionale che deve inventarsi, ogni tanto, “un’eroina” da contrapporre al legittimo Presidente, eletto democraticamente, ma che non accetta i diktat imposti da Washington. Ricordiamo uno per tutti Joan Guaidò in Venezuela.
I seguaci di Navalny in Russia sono solo qualche migliaio, il suo blog ha circa 40.000 follower in Russia a fronte di una popolazione di oltre 146 milioni di persone.
Putin che si appresta ad essere rieletto per l’ennesima volta Presidente della Federazione Russa può essere intimorito da una persona con un seguito così scarso?
Chi al contrario ne trae beneficio? Sicuramente i falchi della guerra che dopo la morte di Navalny ottengono dal Senato americano lo stanziamento di ulteriori fondi da inviare in Ucraina in una guerra ormai già considerata persa. Ma bisogna considerare che le multinazionali delle armi incidono pesantemente nella campagna elettorale per le presidenziali a stelle e strisce.
Pertanto non possiamo che trarre queste conclusioni: o Putin è un pazzo in preda al delirio di onnipotenza (ed è quello che il mainstream vorrebbe farci credere); oppure l’imperialismo americano ha “sacrificato” un suo servitore (d’altronde la Russia è permeabile alle ingerenze dei servizi segreti stranieri, vedi l’attentato a Dugina), ben pagato (basta vedere i fondi che i servizi segreti americani e inglesi gli hanno fornito in questi anni) per utilizzare questa morte per i propri luridi scopi.
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