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PER UNA PROSPETTIVA UNITARIA Di Alessandro Pascale (Membro del Direttivo Nazionale di Resistenza Popolare)

  • Immagine del redattore: Resistenza Popolare
    Resistenza Popolare
  • 31 gen
  • Tempo di lettura: 6 min

Roma 25/01/2025


Compagne e compagni,

sono onorato di poter intervenire in questa sala gremita in una giornata molto importante per il rilancio della questione comunista in questo Paese. Sono passati ormai 35 anni dalla caduta del muro di Berlino e 16 anni dall’uscita dei comunisti dal Parlamento. Buona parte dei lavoratori di questo Paese è stata convinta dal regime che il comunismo sia un’utopia nefasta di un passato fallimentare, morto e sepolto. Eppure i fatti ci raccontano un’altra storia, dato che oltre un quinto dell’umanità continua ad essere governata da comunisti. La verità è che non è il comunismo ad aver fallito, ma il capitalismo, che lasciato a briglia sciolta ha mostrato tutti i suoi limiti e le sue inadeguatezze.

Se oggi siamo qui non è quindi perché siamo dei nostalgici, ma perché abbiamo consapevolezza che in un regime capitalista la ricchezza prodotta socialmente rimane sempre appannaggio di pochi, alimentando disuguaglianze e miserie crescenti, fino ad assumere un sostanziale potere di vita e di morte di pochi signori su milioni di persone. La guerra e lo sfruttamento intensivo e irrazionale delle risorse accompagnano alla servitù di massa il rischio di una distruzione del nostro intero pianeta, mettendo in discussione la stessa sopravvivenza della specie umana.

Non siamo quindi dei passatisti, ma uomini e donne coscienti che il tempo della restaurazione borghese e dell’imperialismo si avvia al termine, e che si pone la necessità vitale per le masse popolari di ragionare sulle alternative al sistema capitalista. Solo il superamento del modo di produzione capitalistico e l’affermazione di una società socialista possono salvare l’umanità dalle future apocalissi e dare una speranza ai nostri figli.

Abbiamo ribadito più volte, anche oggi, che la base ideologica da cui partiamo è il marxismo-leninismo, che concepiamo non dogmaticamente e senza determinismi: il materialismo storico e il materialismo dialettico sono strumenti indispensabili che usiamo per interpretare il passato e il presente, senza scadere in formule vuote e astratte, ma arricchendo e attualizzando la teoria a partire dalla prassi concreta, accogliendo quanto di più razionale è stato elaborato nell’ultimo secolo dalle avanguardie degli sfruttati nel panorama italiano ed internazionale, con particolare riferimento alle esperienze socialiste tutt’oggi esistenti, tra cui spicca per peso politico quella in sviluppo in Cina.

Abbiamo chiarito per iscritto la nostra opposizione ai sostenitori delle teorie degli “opposti imperialismi” che con le loro affermazioni fanno il gioco dell’unico vero imperialismo: quello occidentale. Contro queste “anime belle” che continueranno nei secoli a predicare delle rivoluzioni ideali inesistenti, noi valorizziamo la concretezza del lento ma equilibrato processo rivoluzionario in corso in Cina. Riconosciamo con umiltà non solo la legittimità del percorso socialista cinese, ma anche la nostra necessità di imparare da questo modello che sta rivoltando gli equilibri mondiali. Questo, sia chiaro, non vuol dire però che intendiamo riproporre per l’Italia il modello cinese.

Molti di noi hanno continuato in questi anni a difendere le esperienze del cosiddetto socialismo reale, sforzandoci di contestualizzarle e valorizzarle, consapevoli che chi controlla il passato controlla il futuro. La lotta al revisionismo storico borghese rimane quindi una parte indispensabile della lotta di classe proletaria, senza la quale non avremo mai credibilità politica.

Abbiamo quindi il dovere di non arroccarci sulla sterile riproposizione di modelli passati e stranieri, e di affiancare alla difesa del socialismo reale lo sviluppo creativo del marxismo-leninismo, coniugando i nostri princìpi storici con il contesto in cui ci muoviamo.

Nel Documento Politico ci siamo soffermati molto sulla nostra genealogia storica e abbiamo ribadito alcuni punti di analisi e di teoria che riteniamo strategici, e che non troviamo sviluppati da nessun altro partito esistente. Non abbiamo però ancora formulato un preciso Programma Politico. Questo sarà il prossimo passo doveroso, che speriamo di fare coinvolgendo altre organizzazioni: coniugare la difesa del paradigma comunista con la formulazione di una proposta concreta di un socialismo possibile per il nostro Paese.

Oltre a precisare cosa vogliamo, dobbiamo migliorare la nostra conoscenza della conformazione e della forza del nemico di classe, che dal vertice di colossali piramidi gerarchiche dirige l’attuale sistema, ramificato nella finta alternanza politica di destre e sinistre borghesi, tasselli di un moderno regime totalitario fintamente “liberale”.

Non dovremo aver paura di essere bollati come complottisti quando affermeremo che la gran parte delle decisioni politiche sono prese da poche centinaia di persone in società segrete più o meno massoniche, che fungono da centri direzionali di apparati e organizzazioni pubbliche più vaste che controllano le strutture fondamentali dell’economia occidentale, trovando come proprio epicentro quello che per noi è il nemico principale: il complesso industrial-militare degli Stati Uniti d’America. È da questi presupposti, che palesano l’assenza di una sostanziale democrazia del nostro Paese, ridotto da 80 anni in una condizione di sudditanza, che traiamo la necessità di combattere contro le due strutture della NATO e dell’Unione Europea, che nonostante le crescenti contraddizioni costituiscono i due strumenti principali con cui un’élite borghese transnazionale tiene in servitù interi popoli oltre al nostro.

Compagne e compagni, la potenza del nemico appare soverchiante, e la sua capacità di ipnotizzare le masse popolari alimenta le disillusioni e la sfiducia di molti, ma l’imperialismo mostra ogni giorno che passa di essere una tigre di carta che può crollare da un giorno all’altro, con la giusta spallata. Non dobbiamo mai dimenticare l’imprevedibilità della storia futura, nella quale continuerà sempre a schiudersi la possibilità concreta di una Rivoluzione politica e sociale, in presenza di adeguate condizioni oggettive e soggettive.

Riteniamo che molte delle condizioni oggettive oggi ci siano già, ma mancano clamorosamente quelle soggettive. I comunisti non dispongono oggi della forza sufficiente per riuscire ad intaccare l’egemonia borghese, che anzi si rafforza nell’attuale contesto di analfabetismo politico e disfunzionale di massa.

È per questa ragione che siamo qui oggi: per ricostruire quelle condizioni soggettive rivoluzionarie che si concretizzano nella necessità assoluta di disporre di un Partito comunista, leninista e gramsciano; un partito di quadri con vocazione e funzione di massa; un partito di lotta radicato sul territorio con proprie casematte e capace di intervenire in ogni settore della vita sociale e politica.

Su questo tema credo serva un chiarimento: chi pensa che la Rivoluzione passi semplicemente dalla vittoria alle elezioni borghesi è un ingenuo, ma chi pensa che la Rivoluzione possa arrivare senza prima essere riusciti a tornare in Parlamento è altrettanto sciocco. È infatti una romantica ma nociva illusione pensare di convincere un milione di persone ad imbracciare le armi senza prima averle sapute convincere a mettere una croce su un pezzo di carta sfruttando un diritto conquistato a suo tempo proprio dai comunisti, che hanno guidato la gloriosa Resistenza partigiana antifascista. Se lo ricordino bene questo Ignazio Marino e gli altri europarlamentari che hanno votato pochi giorni fa l’equiparazione di simboli nazionale dei simboli nazisti e sovietici e vorrebbero metterci al bando. Si ricordino che il primo firmatario della Costituzione repubblicana è il comunista Umberto Terracini.

La forza di un Partito si misura quindi dalla sua capacità di agire proficuamente sia nelle strade che nei luoghi di lavoro, sia nei conflitti sociali che in quelli culturali e politici. Il Partito che vogliamo costruire dovrà allora sapersi attrezzare sia per una guerra di movimento che di trincea, scegliendo con attenzione i campi di battaglia.

Prospettiva Unitaria non è ancora questo Partito, ma vuole essere lo stimolo decisivo alla sua formazione. Siamo consapevoli di non essere ancora sufficienti ad assolvere questo scopo, e per questo non avremo timore a sciogliere le nostre organizzazioni, abbandonando i nostri piccoli orticelli per creare qualcosa di più grande. Siamo tutti consapevoli che la divisione organizzativa e la dispersione dei comunisti rende immensamente più difficile la lotta contro il regime borghese, che gode della nostra divisione e lavora tenacemente per alimentarla. Oltre a noi servirà però convincere le altre forze sane rimaste nel Paese: da queste considerazioni il nostro appello a tutti i partiti comunisti esistenti a sciogliersi e unirsi in questo percorso, che rimane ancora aperto e permeabile, pur tenute ferme le direttrici socialiste e antimperialiste fin qui presentate.

Probabilmente non riusciremo a convincere tutti, né oggi sulla costruzione del Partito, né domani sulla necessità del socialismo, ma siamo coscienti che tutte le rivoluzioni sono sempre state fatte da minoranze, dagli uomini e dalle donne più attivi e virtuosi, consapevoli che un’esistenza felice passi solo dalla lotta per un mondo migliore, a cui si accompagna il recupero della dignità personale e collettiva.

Rialziamo la testa quindi, e rimbocchiamoci le maniche, nella consapevolezza che la ricostruzione di un valido Partito potrà richiedere mesi o anni, ma scorciatoie e alternative a questo percorso di lotta non ce ne sono. Nella società attuale, in cui dominano indifferenza, alienazione, parassitismo e immoralità, si trovano già i semi della città futura liberata dalle ristrettezze materiali e rinnovata spiritualmente. A noi comunisti, e a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, il compito di far germinare questi semi.

Al lavoro quindi, e alla lotta!

Lottiamo contro l’impossibile e vinciamo!

Per la rinascita di un unico grande Partito Comunista!

Per un’Italia libera dalla NATO e dall’Unione Europea!

Per un’Italia socialista in cui comandino i lavoratori!


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