SI SOLLEVA IL VESPAIO IMPERIALISTA CREDENDO ALLE LORO MENZOGNE, L’UE STA PRECIPITANDO NELL’ABISSO
- Resistenza Popolare
- 1 apr
- Tempo di lettura: 5 min
Aggiornamento: 9 apr
PARTITO COMUNISTA DEI POPOLI DI SPAGNA

Senza analizzarlo da un punto di vista di difesa esclusiva degli interessi e dei bisogni inseparabili della classe operaia internazionale e dei popoli in difesa della loro sovranità, risulta complesso interpretare correttamente il continuo susseguirsi di eventi sulla scena internazionale in questi giorni.. È necessario un approccio che, in mezzo alla matassa di menzogne diffuse da tutti i mezzi di propaganda del sistema, faccia emergere la luce della verità agli occhi delle grandi masse lavoratrici. Serve una visione precisa della realtà che, al di là delle apparenze e delle retoriche vuote così comuni in questo momento, può essere fornita solo da una comprovata conoscenza dei fatti e delle loro conseguenze pratiche sulla vita delle persone. In questo senso, è essenziale considerare che, quasi tre anni dopo l’inizio dello scontro militare diretto tra la NATO e la Russia in Ucraina, i piani imperialisti per sconfiggere la Russia in questa guerra sono falliti. Nonostante la guerra, il furto di beni finanziari e la moltitudine di sanzioni imposte alla Federazione Russa dai paesi della NATO, non si è raggiunto l’obiettivo di isolarla, rovinarla o innescare una dissidenza interna simile alle “rivoluzioni colorate”. Accanto a questo dato, un altro fatto indiscutibile in questo periodo è la subordinazione dell’UE rispetto agli Stati Uniti. Oltre alla dipendenza militare e all’incomprensibile accettazione della richiesta di rompere i legami commerciali ed energetici con la Russia, negli ultimi anni l’UE ha infranto le sue principali forze economiche e si è posta in uno scenario di recessione e progressivo smantellamento industriale, in cui gli unici dati che crescono nella sua economia sono quelli delle chiusure delle imprese e dell’aumento del debito pubblico e privato. Di conseguenza, e come risultato chiaro di questa situazione oggettiva, è assolutamente imprevedibile che, in nessuno dei possibili scenari che potrebbero succedersi nelle prossime settimane, l’UE abbia la minima capacità di strutturare una posizione autonoma diversa o in conflitto con gli Stati Uniti. Per questo motivo, come un nuovo Napoleone III, patetico come l’originale, tutto ciò che si può aspettare dal Presidente Macron e dai suoi ospiti in queste settimane cruciali per il futuro dei popoli d’Europa e del mondo - incluso la minaccia di una “soluzione finale” su Palestina - è che rappresentino una farsa il cui comunicato finale si sta già redigendo a Washington e verrà imposto all’UE senza alcun diritto se non quello di accettarlo e tacere. Dunque, dopo questi anni di guerra in Europa, in cui le aziende statunitensi non hanno mai smesso di fare affari vendendo energia cara e armamenti all’Europa, è molto probabile che, almeno temporaneamente, la fazione del capitale nordamericano che guida l’amministrazione Trump consideri soddisfacente il risultato di aver raggiunto: 1) Essere l’unico potere reale del blocco occidentale, dopo aver affossato l’economia europea e spezzato il consenso politico interno intorno al loro modello di strutturazione. In questo senso, l’avanzata delle posizioni politiche più chiaramente allineate con il governo Trump e ciò che rappresenta, permette loro di consolidare la propria forza politica in Europa attraverso fedeli vassalli di marcato carattere neofascista. Attori che, nonostante la loro retorica di scontro con le politiche dell’UE, non esitano a camminare mano nella mano con socialdemocratici e conservatori quando si tratta di legittimare il regime ucraino-nazista di Kiev e, sulla base di un revisionismo storico profondamente antisovietico promosso dalla Commissione Europea in questo periodo, favoriscono le continue minacce alla pace lungo il confine orientale della NATO (Finlandia, Polonia, Svezia, Paesi Baltici, Moldavia...). 2) Impadronirsi della parte di Ucraina più interessante dal punto di vista economico, per disporre di tutte le sue risorse senza limiti e senza formalità democratiche. 3) Creare una nuova colonia americana in Europa che, unita al Kosovo e alle basi militari sparse per tutta l’Europa, consolidi la loro posizione dominante, rafforzando il loro controllo.
LA GUERRA È OGNI GIORNO PIÙ VICINA Nel quadro di una NATO a 360°, determinata a sviluppare il suo mandato imperiale generalizzando il conflitto ovunque lo ritenga necessario, tutti i possibili scenari bellici rimangono aperti. Nonostante un possibile rallentamento temporaneo della guerra in Europa, nulla ferma l’escalation militare e sarebbe un grave errore pensare che non ci siano nuovi conflitti in vista in Europa. L’impegno della NATO e della Commissione Europea nell’aumento dei budget militari fino a un minimo del 5% del PIL esprime tutto il contrario e mostra chiaramente la volontà guerrafondaia di coloro che, sotto il falso pretesto della “minaccia russa alla sicurezza europea”, non sono altro che l’ariete della NATO in Europa orientale. L’allineamento di tutti i governi europei, inclusa la coalizione PSOE/Sumar (IU-PCE), nell’andare a braccetto con i leader socialdemocratici, conservatori, verdi, liberali e fascisti, esprime la loro unità nel perseguire lo scopo comune di salvaguardare gli interessi del grande capitale internazionale. UNA GUERRA CHE IL POPOLO LAVORATORE PAGA E SOFFRE L’aumento previsto delle spese militari, oltre ad aggravare il debito pubblico illegittimo e impossibile da ripagare che condanna alla povertà le future generazioni, ridurrà direttamente la spesa pubblica, mettendo a repentaglio la salute, l’educazione e le pensioni, nonché numerosi programmi sociali. Un 5% del PIL, che incrementerà esponenzialmente i già altissimi tassi di povertà ed esclusione sociale che colpiscono una classe operaia condannata alla precarietà, alla temporaneità e a una crescente svalutazione della forza lavoro. Una povertà che, sempre più spesso e in modo generalizzato tra la popolazione migrante, le donne lavoratrici e la gioventù, rende impossibile la riproduzione della forza lavoro in condizioni minimamente accettabili. Salari insufficienti per pagare l’affitto, l’alimentazione e il riposo, insieme alla guerra, rappresentano la barbarie in cui l’imperialismo ha posto l’umanità in questo primo quarto di secolo. Una realtà che si costruisce passo dopo passo, che viene normalizzata attraverso bugie e manipolazione mediatica, che, secondo qualsiasi elementare principio etico, è totalmente inaccettabile e merita la più decisa e organizzata risposta da parte dell’intera classe operaia e dei settori popolari. ORGANIZZARSI PER CONQUISTARE LA PACE È urgente costruire il più ampio fronte di opposizione ai piani guerrafondai della NATO e dell’UE. È prioritario organizzare spazi per contrastare la mobilitazione delle truppe verso l’Europa orientale e richiedere il ritorno di tutti i militari schierati all’estero; denunciare il futuro accordo parlamentare per aumentare le spese militari; e promuovere una forte controffensiva operaia e popolare per difendere i diritti sociali, lavorativi e civili che, sotto la scusa dell’impegno per la “difesa europea” e l’inesistente “minaccia russa”, ci saranno portati via dai vari governi europei, se non li difendiamo e lottiamo per loro. Il prossimo 12 marzo, anniversario del referendum fraudolento che ha confermato l’appartenenza dello Stato spagnolo alla NATO nel 1986, in occasione delle manifestazioni promosse dal Coordinamento Statale contro la NATO e le basi (CECOB) in tutto lo Stato, si presenta un’eccellente opportunità per mettersi all’opera e fare i primi passi per sconfiggere tutti gli obiettivi belligeranti della NATO e dell’UE, a cui si sottomette il governo spagnolo. Poiché la BARBARIE è già arrivata, lottiamo per la PACE, il DISARMO e il SOCIALISMO. 23 febbraio 2025. Comitato Esecutivo del PCPE https://pcpe.es/se-agita-el-avispero-imperialista/
Comentários