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TAGLI ALLA SANITÀ E CONDIZIONI INACCETTABILI: I LAVORATORI DELLA SALUTE IN SCIOPERO

  • Immagine del redattore: Resistenza Popolare
    Resistenza Popolare
  • 21 nov 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Ieri, 20 novembre, medici, dirigenti sanitari, infermieri e altri professionisti della sanità sono in sciopero nazionale per 24 ore. Una protesta forte, con adesioni che sfiorano l’85%, per denunciare una situazione ormai insostenibile: 1,2 milioni di prestazioni sanitarie a rischio, tra cui 50mila esami radiografici, 15mila interventi chirurgici programmati e 100mila visite specialistiche.

Dietro questi numeri c’è un dramma umano e sociale. La Sanità pubblica è sotto attacco da anni, con tagli continui che impoveriscono il sistema e peggiorano le condizioni di lavoro. I contratti di medici e infermieri sono gravemente sottostimati, le assunzioni di personale sono inesistenti, e si continuano a ignorare richieste essenziali come la detassazione delle retribuzioni, il riconoscimento del lavoro usurante e la riforma delle cure ospedaliere e territoriali.

A tutto ciò si aggiunge l’assenza di presidi di pubblica sicurezza negli ospedali, lasciando il personale sanitario in balia di aggressioni sempre più frequenti, e la mancata contrattualizzazione degli specializzandi, che continuano a lavorare senza un’adeguata tutela.

Questo sciopero non è solo una protesta contro un sistema che sfrutta e abbandona chi lavora per garantire il diritto alla salute, ma anche un grido d’allarme contro una Manovra che prevede nuovi tagli alla Sanità, sacrificando ulteriormente un settore già al collasso.

Dietro queste scelte c’è la logica capitalista che privatizza i profitti e socializza le perdite, smantellando il welfare e mettendo a rischio la vita di milioni di cittadini. La risposta deve essere collettiva: lavoratori, pazienti e organizzazioni politiche devono unirsi per difendere la Sanità pubblica e rivendicare un sistema che metta al centro le persone, non i profitti.

Non possiamo accettare che la salute diventi un privilegio per pochi. È ora di organizzarsi e lottare per un futuro diverso!




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