UNA FAMIGLIA SU DIECI CHE LAVORA È POVERA
- Resistenza Popolare
- 11 mar 2024
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In Italia non basta più avere un lavoro per vivere, infatti molti di coloro che lavorano non riescono ad arrivare a fine mese per colpa degli stipendi che invece di alzarsi diminuiscono, a causa dell'inflazione e anche a causa della crisi dovuta alle sanzioni alla Russia.
La nuova povertà ha iniziato a colpire anche il ceto medio che si sta velocemente sempre più proletarizzando, infatti inflazione e sanzioni alla Russia principalmente hanno eroso i redditi del ceto medio più del Covid facendo innalzare le famiglie che entrano nella soglia di povertà. Dal 7,6% delle dichiarazioni 2022 si è passati al 9,8% del 2023, questa è una vera e propria "tassa invisibile", che non viene rilevata in busta paga, ma che ha limitato fortemente le scelte di spesa, andando a colpire anche i beni primari facendo perdere potere d'acquisto alle famiglie italiane.

Una indagine ha mostrato l'impatto dell'inflazione sulle tasche di single e famiglie, la ricerca ha trasformato la perdita di acquisto in carrelli di spesa persi per ogni tipologia reddituale. La media generale è di 6 carrelli persi all'anno, (laddove ogni carrello corrisponde a 90 euro), andando ad analizzare le tipologie, si scopre che i più penalizzati sono i bi-reddito senza carichi, che hanno dovuto rinunciare a 8 carrelli di spesa all'anno e che le fasce più colpite sono persone sole, donne e anziani.
Il popolo diventa sempre più povero e il nostro governo pensa a come inviare ancora denaro e armi all'Ucraina per continuare la guerra, fregandosene del tutto del benessere e della sopravvivenza dei propri cittadini che sono costretti a pagare le scelte fatte da tutto i partiti presenti Parlamento.
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