UNA FIRMA PER APPROVARE LA POVERTA'
- Resistenza Popolare
- 24 mar 2024
- Tempo di lettura: 4 min
Aggiornamento: 24 mar 2024
Il 22 Marzo i Sindacati Confederali -Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil- hanno sottoscritto un'ipotesi di rinnovo del CCNL del Terziario, della Distribuzione e dei Servizi con Confcommercio e Confesercenti, che andrà ad interessare 3 milioni di lavoratrici e lavoratori.
Andremo a considerare gli aumenti retributivi relativi al quarto, secondo e primo livello, e gli aumenti previsti per i dirigenti approvati ad Aprile 2023; nonché la loro spendibilità in termini assoluti nel mercato dei beni e servizi di prima necessità.
Ci riserveremo l'analisi riguardo l'aggiornamento della parte normativa prevista dal rinnovo per un secondo momento, in questo articolo affronteremo esclusivamente la parte economica.
Ciò che vi possiamo anticipare è che questo non è un rinnovo di contratto, questa è una PORCATA!!
Gli aumenti previsti per un quarto livello sono di 240 euro lordi -considerando i 30 euro già erogati da Marzo dello scorso anno- che verranno dilazionati in 4 anni, a partire appunto dal primo aumento di Marzo 2023 fino a Febbraio 2027.

Un primo punto critico che osserviamo è la lunghissima durata del dilazionamento e il bassissimo aumento del salario. Un lavoratore part-time 30 ore quarto livello -una delle forme di lavoro più comuni- andrà a godere di un aumento mensile fino ad Aprile 2025 di circa 29 euro netti, che sommati all'aumento di Marzo 2023 non superano i 50 euro netti.
Questi piccoli importi dilazionati in un periodo così lungo non basteranno mai a fare da argine all'aumento del carovita e dell'inflazione, al contrario la parte economica di questo contratto sembra superata prima ancora di entrare in vigore.
Se consideriamo l'importo totale dell'aumento -240 euro lordi su full time- in termini relativi comporta un aumento del salario di circa il 15%, in termini assoluti al netto delle trattenute la cifra è di circa 180 euro. Nulla se paragonato al trend di aumento dei prezzi generali e dei prezzi dei beni alimentari, che hanno visto un aumento per l'anno 2023 pari al 5.7% e 8.8% e per l'anno 2022 pari all'8.1% e 9.3%.

Addirittura secondo uno studio di Altroconsumo un carrello composto dai beni alimentari che più hanno subito l'aumento prezzi -pane, caffè, pasta, olio, zucchine- misura un aumento percentuale sul 2022 pari al 23%.
Uno dei punti cruciali del problema, torniamo a ribadirlo, è il dilazionamento eccessivo degli aumenti retributivi. Tutti gli incrementi del carovita che abbiamo osservato sono fenomeni già accaduti e già presenti all'interno della vita quotidiana di ogni lavoratrice e ogni lavoratore, gli aumenti previsti dal rinnovo arriveranno alla loro completezza tra 3 anni. Tra 3 anni avremo un mondo del lavoro completamente diverso rispetto ad oggi, è folle pensare di poter affrontare il prossimo periodo con mancette annuali o semestrali e senza aver programmato una indicizzazione dei prossimi aumenti all'inflazione. Questo rinnovo verrà letteralmente divorato dall'inflazione.
Per quanto riguarda il periodo di "vacanza contrattuale", ovvero il periodo che va dalla scadenza del contratto al suo effettivo rinnovo, verranno riconosciute al quarto livello due una tantum da 175 euro, oltre ai 350 euro già erogati durante il 2023, per un totale di 700 euro. 700 euro a fronte di 5 anni -60 mensilità- di mancato rinnovo contrattuale, durante un periodo di forte e intensa crescita inflattiva, poco piu di 100 euro al mese. Una schifezza. Un insulto a tutte le lavoratrici e a tutti i lavoratori che durante il periodo della pandemia hanno continuato ad esercitare il proprio lavoro, dando un forte contributo alla società nell'affrontare il difficile periodo. Abbiamo già osservato l'entità dell'aumento dei prezzi generali e dei prezzi dei beni alimentari negli ultimi 2 anni e serve a ben poco dire che il riconoscimento degli arretrati non è in linea con l'effettiva perdita subita da parte dei lavoratori.
Tuttavia c'è qualcuno che può essere felice di questo rinnovo, padroni a parte, e sono i fedeli scagnozzi dei padroni. Gli aumenti retributivi per i manager sono, in termini assoluti, decisamente più dignitosi. Partiamo da una base di 320 euro per il 2 livello fino a superare i 400 per i quadri. Si giustifica questo aumento sproporzionato attaccandosi proprio al principio di proporzionalità in base alle responsabilità e alle competenze. Nulla può giustificare una differenza di aumento salariale di circa l'80%. Solo un sindacato nemico dei lavoratori può sottoscrivere un contratto in cui si afferma il predominio dei manager sulla moltitudine.

Mancano all'appello i rappresentanti dei datori di lavoro: i direttori. Il loro rinnovo è stato sottoscritto ad Aprile 2023, avranno avuto qualche raccomandazione per l'anno in anticipo, e i termini del rinnovo sono di tutto rispetto.

2000 euro di arretrati divisi in 3 tranche, due da 700 euro e una da 600, il tutto già erogato durante il 2023 -sarà la solita raccomandazione- e 3 aumenti annuali di 150 euro per il 2023 2024 e 2025, per un totale di 450 euro lordi.
È vergognoso come puntualmente il rinnovo dei contratti collettivi nazionali porti ad un peggioramento delle condizioni di tanti lavoratori e al miglioramento delle condizioni di un piccolo gruppo di lavoratori che rappresenta la diretta volontà padronale. I veri lavoratori scioperano e riempiono le piazze per poi regalare l'aumento ai cani da guardia dei padroni. Tutto questo è surreale.

I delegati sindacali membri di Resistenza Popolare hanno misurato all'interno del corpo delegati, specialmente della Filcams, tanto malcontento per come sono state tenute le trattative e per il risultato finale ottenuto.
A fronte delle richieste da parte dei delegati della creazione di una delegazione di lavoratori con facoltà di partecipare alle trattative la risposta è stata assente, né i delegati né i lavoratori hanno avuto la possibilità di partecipare attivamente alla creazione del nuovo contratto, le istanze dei lavoratori sono rimaste relegate nelle diverse aziende e la visione miope dei dirigenti sindacali ha portato risultati quasi disastrosi. I sindacati confederali hanno letteralmente preso in ostaggio milioni di lavoratori, che saranno quasi obbligati ad accettare questo rinnovo pur di non finire in mezzo ad una strada.
Appare sempre più indispensabile trovare una soluzione politica al problema dell'inadeguatezza delle organizzazioni sindacali presenti oggi in Italia. Occorre chiedersi da un lato come riuscire a superare la litigiosità e la frammentazione del sindacalismo di base, dall'altro se e come si possa riuscire a invertire la rotta dei sindacati confederali, annebbiati da anni di chiacchiere e di cultura liberista, spesso garanti ormai solo dei propri interessi -vedi adeguamento salariale dei dirigenti sindacali votato qualche mese fa all'interno della CGIL, o il passaggio al PD degli ultimi segretari dopo la fine del mandato- risultando così incapaci di rappresentare degnamente le istanze di milioni di lavoratori.
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