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MAMME DI TUTTO IL MONDO UNITEVI

  • Immagine del redattore: Resistenza Popolare
    Resistenza Popolare
  • 29 feb 2024
  • Tempo di lettura: 2 min

Il Governo di destra targato Meloni ha sempre espresso, a parole e mai con i fatti, una certa vicinanza al tema della famiglia e delle nuove nascite, denunciando la distruzione della famiglia come istituzione e il conseguente calo di natalità. Dalla vittoria delle elezioni ad ora non ci è parso di vedere alcun passo e investimento in tale direzione, anzi le notizie che ci arrivano dalle sedi sindacali e dalle lavoratrici stesse indicano un andamento esattamente opposto.


Vi parleremo della stretta da parte di INPS, Ispettorato del Lavoro e Aziende sulla proroga della maternità obbligatoria.

Come sappiamo bene l'astensione obbligatoria dal lavoro può essere prorogata fino a 7 mesi dopo il parto quando le condizioni di lavoro o ambientali siano ritenute pregiudizievoli alla salute della donna e del bambino. In alternativa l'Ispettorato del Lavoro può richiedere all'azienda un ricollocamento della lavoratrice verso mansioni consone al suo stato di neomamma.


È su queste basi che nell'ultimo anno si è venuto a creare un concorso di interessi e intrecci tra INPS, Ispettorato del Lavoro e Aziende che ha del raccapricciante. Serve ben poca fantasia ad immaginare quanta voglia abbiano i vertici INPS di sborsare quattrini per indennizzare le lavoratrici in post-maternità e serve altrettanta poca fantasia ad immaginare quanto siano felici le aziende di avere a che fare con l'Ispettorato del Lavoro.


Ed è qui allora che la fantasia entra in campo: le Aziende, cercando di essere quanto più accomodanti possibile con l'Ispettorato, inventano mansioni mai esistite prima, situazioni di organizzazione del lavoro totalmente immaginarie al fine di poter ricollocare le lavoratrici e spalleggiare la poca voglia dell'INPS di pagare.

Et voilà il gioco è fatto! L'azienda ha di nuovo le lavoratrici in organico, l'INPS ha risparmiato bei soldi e l'Ispettorato è stato tenuto buono!


Ma cosa ne è di tutte queste fantasie? Beh fantasie rimangono, le lavoratrici nel 90% dei casi vivono il rientro a lavoro come un trauma: obbligate a riprendere tutte le vecchie mansioni, nonostante sulla carta straccia compilata dall'azienda ci sia scritto tutt'altro e negate del diritto di passare del tempo con la propria figlia o il proprio figlio.


Una barbarie.

La disumanizzazione della donna.


Questo episodio ci fa notare, dal lato sindacale, quanto sia importante avere delle mansioni più strette e rigide all'interno dei diversi CCNL e DVR (Documento di Valutazione dei Rischi) Aziendali, in totale antitesi alla volontà delle aziende di rendere le mansioni porose e quasi inesistenti: io ti pago e tu fai ciò che io voglio, questo è il mantra padronale.

Come Resistenza Popolare denunciamo questi misfatti che accadono nella maggior parte delle aziende e diamo la nostra solidarietà a tutte le mamme colpite da questa ingiustizia! Unitevi mamme di Italia, mamme di tutto il mondo, alla lotta per un futuro migliore per noi e per i nostri figli! Che le mamme di domani non siano più costrette a vivere in questa barbarie!

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